By Arch. Nicoletta Ferrari
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May 11, 2020
La pandemia che stiamo vivendo e che non si sa ancora quando finirà avrà innegabilmente delle ripercussioni in ambito economico, lavorativo, sociale, psicologico ecc… ma anche nella progettazione degli spazi abitativi per venire incontro ai concetti di salute, prevenzione ed igiene, essendo il covid un virus facilmente trasmissibile per via aerea. Come la storia ci insegna, tutto è in continua evoluzione e volto al miglioramento delle nostre condizioni igienico sanitarie sulla spinta delle malattie che nel corso dei secoli si sono succedute. Per esempio il bagno moderno infatti, sviluppatosi nel tempo accanto a focolai di tubercolosi, colera ed influenza, non è altro che una convergenza di progressi nella scienza, negli impianti idraulici e dei servizi igienico-sanitari legati al diffondersi (ed alla prevenzione) delle malattie. I rivestimenti murali, i pavimenti e le finiture sono stati implementati, in parte, anche per promuovere la salute e l’igiene della casa durante le emergenze di salute pubblica. Una direzione in cui i progettisti si sono mossi sin dalla fine dell’800, quando le condizioni di affollamento nelle città e la scarsa qualità delle acque e dei servizi igienico-sanitari avevano reso le metropoli terreno fertile per il prolificarsi di una serie di agenti patogeni. All’epoca erano solo i ricchi a possedere i vasi da notte che verso il 1884 fecero rinchiudere in appositi stanzini di legno riccamente decorati, completi di lavandini, vasca da bagno e altri mobili per “nascondere” la reale funzione dello spazio, ma questo rendeva quegli spazi ancora più insalubri. Verso i primi del ‘900, i medici scoprirono che i servizi igienici, collegati al sistema fognario pubblico, potevano essere utili per fermare la diffusione di malattie infettive, tanto che iniziarono ad essere apportate numerose modifiche, e non solo nelle case. La carta da parati sparì, in favore di muri sempre più bianchi come quelle dei sanatori, tanto che il bianco è diventato di gran moda perché si pensava che una maggiore luce nella stanza sarebbe stata un ottimo disinfettante. Le novità del ‘900 sono state molte. Rimossi dalle progettazioni i bagni dell’epoca vittoriana, l’igiene sarebbe dovuta essere il futuro. Sbarazzarsi di tutto ciò che non poteva facilmente essere lavato divenne necessario: i pavimenti in legno sono stati sostituiti dalle piastrelle, o dal linoleum, tessuti più leggeri come il lino hanno soppiantato pesanti drappeggi perché non solo erano più facili da lavare, ma lasciavano entrare più aria e luce solare. La preoccupazione per l’igiene e la diffusione delle malattie infettive ha spinto anche un’altra innovazione progettuale: i secondi bagni. Nelle case a più piani, i bagni erano in genere situati al secondo piano, vicino alle camere da letto, ma quando scoppiò l’epidemia di influenza nei primi anni del 20° secolo, alcuni proprietari di case aggiunsero un piccolo bagno di servizio per gli ospiti. Sulla base di quanto accaduto in passato, i fattori esterni ci inducono ad evolvere, ad applicare migliorìe anche nella futura progettazione degli interni. Dobbiamo iniziare a concepire sempre di più il nostro spazio abitativo come un nucleo protetto ed autonomo per far fronte a situazioni di emergenza, come siamo stati purtroppo catapultati in questo periodo. Abbiamo la necessità ed il dovere di fare tesoro di tutto quello che ci sta succedendo per essere più preparati in futuro, qualora si ripresentasse una situazione simile. Innanzitutto sarà importante ripensare al layout distributivo degli spazi inserendo un bagno/lavanderia/vestibolo dove potersi svestire dopo il rientro a casa, una sorta di zona filtro tra interno ed esterno, limitando cosi la proliferazione di virus. Gli abiti, le scarpe, le mascherine ed i guanti sono ricettacoli di microbi, pertanto vanno tenuti lontano dall’ambito domestico. L’utilizzo di pavimenti e rivestimenti facilmente lavabili, a cui il progresso ci ha portato negli ultimi anni, sarà determinante per mantenere uno spazio interno salubre e confortevole. Anche l’impiantistica ci dovrà essere di aiuto ulteriormente con sistemi di ventilazione e purificazione dell’aria sempre più efficienti, che si sostituiscano al ricambio d’aria naturale, al fine di assorbire i batteri e di limitarne la diffusione. Tali impianti in molti appartamenti (in classe A) sono già presenti, ma, alla luce di questa emergenza covid in cui il virus è facilmente trasmissibile per via aerea, andrà prevista una massiccia implementazione nella progettazione, selezionando macchinari ad hoc. Sicuramente le ditte produttrici evolveranno i loro prodotti per garantire prestazioni maggiori e più specifiche per i virus. Quindi l’aspetto prioritario nelle progettazione sarà garantire l’igiene e la prevenzione , in seconda battuta si dovrà studiare il confort abitativo per una condivisione degli spazi, capace di conciliare la privacy e la convivialità dei componenti della famiglia. La vita in casa 24h/24 legata allo smart working ci impone un ripensamento degli spazi sulla base delle attività, anche quelle che prima erano svolte al di fuori dell’ambito domestico, per esempio lavorare in ufficio. Pertanto, a prescindere dalla dimensione dell’appartamento, si dovrà concepire una postazione di lavoro indisturbata con il computer e la connessione wi fi, fondamentali per il lavoro in remoto. L’ideale sarebbe collocarla all’interno di un’altra stanza, ma non sempre è possibile a causa degli spazi ridotti, quindi si potrà ovviare scegliendo una posizione defilata e magari schermata da arredi che possano fungere da schermo visivo a tutela della privacy e della concentrazione. Si potrebbe anche iniziare a concepire vani flessibili, che, attraverso porte scorrevoli o pannelli, si possano unire o dividere in base alle esigenze delle attività di cui si ha momentaneamente bisogno. Per esempio un soggiorno può essere ridotto o ampliato qualora si abbia necessità o meno di uno spazio come studio o come palestra o per attività varie familiari. Gli spazi per le attività conviviali e di svago sono di fondamentale importanza: esercizi a corpo libero per mantenersi in forma, vista l’inattività forzata, attività ludiche e di intrattenimento nel tempo libero ecc… Saranno luoghi polivalenti utili per svariate attività singole o di aggregazione familiare, che potranno essere dedicati appositamente a queste funzioni oppure, in caso di appartamenti piccoli, un soggiorno o una camera da letto organizzate/arredate in maniera idonea per garantirne lo svolgimento. A completamento di questi spazi sono i balconi ed i terrazzi, fondamentali per garantire il contatto con l’esterno, di cui ci sentiamo privati. Potersi ossigenare all’aria aperta e potersi godere i benefici dei raggi solari (tra cui la vitamina D) sono terapeutici sia a livello psicologico che fisico evitando l’insorgenza di problematiche derivate dall’isolamento forzato in casa. Sarà di grande aiuto arredare i balconi /terrazzi con divanetti, lettini e tavoli per vivere momenti di relax e di convivialità all’aria aperta in totale sicurezza. Alla base di questo nuovo modo di concepire gli interni deve esserci la flessibilità e l’autonomia nel vivere la casa, includendovi attività che solitamente siamo abituati a svolgere all’esterno. I fattori esterni ci impongono di evolverci e di modificare le nostre abitudini, di pari passo l’adeguamento va necessariamente applicato anche nella progettazione degli interni per non perdere ed anzi migliorare il comfort e la sicurezza a cui siamo abituati ed alla quale la storia gradualmente ci ha portato.